Il pomodoro, si sa, è uno degli ortaggi più coltivati nei nostri orti. Cioè, chi non ha mai provato a coltivarlo almeno una volta? Ma per avere pomodori belli, rossi e saporiti bisogna anche pensare a nutrire bene il terreno. Il suolo deve essere ricco di sostanze nutritive, perché il pomodoro e una pianta piuttosto esigente e se non gli dai quel che serve, poi non puoi aspettarti miracoli.
Insomma, fertilizzare è fondamentale, altrimenti la pianta cresce stentata e i frutti vengono piccoli, o peggio ancora non si formano bene. La coltivazione del pomodoro parte già in primavera, verso aprile-maggio, quando si piantano le piantine (o se proprio vuoi partire da zero con la semina, devi pensarci già prima).
E poi si arriva fino a settembre-ottobre, quando ormai la pianta ha dato tutto quel che poteva e si deve togliere dal terreno. Durante tutti questi mesi, il pomodoro chiede sempre sostanze nutritive, quindi bisogna dargli una mano con la concimazione, altrimenti la pianta non riesce a portare avanti tutto il suo ciclo.
Come preparare il terreno
Per coltivare in modo biologico, bisogna partire da un principio molto semplice: il terreno deve essere sano. Non si tratta solo di mettere concime a caso, ma di mantenere la fertilità nel tempo, rendendo la terra ricca e piena di vita. Se il terreno è in salute, anche le piante crescono meglio. Quindi, non basta pensare al pomodoro, ma bisogna curare l’orto in generale.
Per questo, molti consigliano di fare un’analisi del suolo, cosi da capire esattamente cosa manca e cosa invece c’è già in abbondanza. La concimazione di fondo è essenziale prima di piantare i pomodori. Si fa prima del trapianto, mentre si prepara il terreno, magari vangando bene. Qui si usa compost o letame!
Ma attenzione Il letame deve essere maturo, altrimenti rilascia sostanze che possono danneggiare le radici. Se vuoi un’indicazione sulle quantità, diciamo che servono circa 3-4 kg di letame ogni metro quadro. Se hai la pollina, occhio, perché è molto più concentrata e ne serve di meno. Ah, e mai interrare troppo il concime: deve restare nei primi 30 cm di terreno, perché è li che le radici assorbono meglio.
Quando e come concimare
Quando concimare? Bella domanda. Idealmente in autunno, ma spesso in quella stagione l’orto è ancora occupato da altre colture, tipo cavoli, verze e spinaci. In questo caso, bisogna arrangiarsi prima di piantare i pomodori, magari aggiungendo stallatico palettato o farine di roccia, che aiutano a riequilibrare i minerali del terreno.
Un’altra buona pratica è il sovescio, cioè seminare piante apposta per essere poi interrate e arricchire il terreno. Cosa serve alla pianta? Beh, in generale ha bisogno di azoto per crescere, poi di potassio per la fioritura e i frutti, e di fosforo per la maturazione. Questi sono i tre elementi principali, ma ci sono anche altri minerali importanti, tipo magnesio, calcio, ferro.
Quindi la concimazione deve essere bilanciata e fatta nei momenti giusti. Al momento della semina, se si fa in semenzaio, non c’è bisogno di concimare tanto. Basta un terriccio di buona qualità, che contenga già un po’ di nutrimento. In questa fase, le piantine usano le riserve contenute nei semi, quindi per un po’ non servono interventi particolari.
Le sostanze nutritive
L’importante è non stressarle con troppe sostanze, altrimenti rischiano di crescere male. Quando si fa il trapianto, invece, bisogna intervenire. Se non si è fatto prima, si può aggiungere del concime naturale, come letame maturo o compost. Ma attenzione a non metterlo solo nella buchetta del trapianto, perché le radici poi si espandono e hanno bisogno di nutrimento su tutta l’area.
Quindi meglio distribuirlo in modo uniforme su tutto lo spazio dedicato ai pomodori. Durante la crescita, bisogna continuare a dare sostanze nutritive alla pianta. Se al trapianto si è usato stallatico palettato, si può ripetere l’operazione in estate. Oppure si possono usare macerati di ortica e consolida, che sono ottimi per stimolare la crescita e rinforzare la pianta.
Chi coltiva i pomodori in vaso può usare concimi liquidi da sciogliere nell’acqua dell’annaffiatoio. Ormai si trovano facilmente anche prodotti biologici per questo scopo. Irrigazione e concimazione vanno di pari passo. Se il terreno è asciutto, la pianta fatica ad assorbire i nutrienti. Quindi bisogna innaffiare regolarmente, meglio se con un sistema a goccia che evita sprechi.
Il ruolo della pacciamatura
Anche la pacciamatura aiuta molto, perché riduce l’evaporazione dell’acqua e mantiene il terreno più fertile. E poi ci sono i biostimolanti, tipo le micorrize, che migliorano l’assorbimento delle sostanze e proteggono le radici dai patogeni. Riconoscere le carenze è fondamentale. Se le foglie sono pallide e la crescita è lenta, probabilmente manca azoto.
Se i bordi delle foglie diventano scuri, manca potassio. Se invece le foglie diventano violacee e i frutti faticano a svilupparsi, il problema è la carenza di fosforo. E poi c’è il classico marciume apicale, il cosiddetto culo nero del pomodoro, che dipende dalla mancanza di calcio e da irrigazioni irregolari. Attenzione però agli eccessi! Troppo azoto fa crescere la pianta troppo rigogliosa, ma ritarda la fruttificazione e attira gli afidi. E poi il rischio è che le sostanze in eccesso finiscano nell’acqua di falda, inquinandola. Insomma, bisogna stare attenti a dosare bene i concimi e non esagerare, altrimenti si fa più danno che altro.