Leggere le parole Aumento Pensioni per il 2025 è qualcosa di a dir poco desiderato ed atteso, anche se essendo numerose le categorie di pensionati in Italia non è un valore effettivo allo stesso modo per tutti. Alla fine di ogni anno infatti vengono stilate le prospettive economiche per i successivi dodici mesi attraverso la legge di Bilancio.
In questo documento , che viene reso ufficiale a fine dicembre, sono presenti anche gli aumenti legate all’apparato pensionistico italiano, da sempre conosciuto per le proprie difficoltà e criticità. Questo perchè è necessario rivalutare, modificare ed applicare leggi diverse a seconda del contesto sociale che va cambiando anno per anno.
Novità pensioni 2025
L’Italia infatti si trova spesso a dover fare i conti con un’età media sempre più avanzata e quindi una minor forza lavoro, con la difficile condizione di dover aumentare in modo generalizzato anche se spesso in metodologie “poco evidenti” le pensioni. Il sistema della perequazione infatti è uno dei metodi applicati dal nostro paese per aumentare le pensioni in base al costo della vita.
Questo è determinato ad esempio dall’inflazione ed impatta tendenzialmente sulle pensioni minime e sul trattamento minimo, quest’ultimo fattore viene considerato importante anche per alcuni limiti. Per il 2025 infatti è stato deciso di mantenere un grado di rivalutazione al 5,4 % dell’inflazione ed un aumento dello 0,80 % sulle pensioni rispetto al 2025, fino a 4 volte il trattamento minimo.
Per chi aumenta?
Il trattamento minimo è per l’appunto l’importo minore traducibile come “pensione” ed ammonta a 603,40 euro, valori del 2024, mentre la pensione sociale è di 538,69 euro. In questo modo l’aumento resta mediamente proporzionato al costo della vita, in quanto con i medesimi importi non è più sufficiente acquistare la medesima quantità di beni e servizi.
- Entro 4 volte il trattamento minimo la rivalutazione si applica totalmente
- Da 5 volte in poi questa rivalutazione attraverso la perequazione cala fino a dimezzarsi per pensioni da 6 volte il trattamento minimo, quindi oltre i 3100 euro mensili
Attualmente dal 1° gennaio 2025 il trattamento minimo ha subito una generale forma di aumento del 2,2 % portandosi a 616 euro, oltre a 8 euro mensili in più calcolando 12 più la tredicesima mensilità all’anno per chiunque goda di alcuni requisiti anagrafici (ad esempio chi ha diritto alla pensione sociale ed ha più di 70 anni così come anche gran parte degli invalidi.
Praticamente invariate le forme di modalità di pensionamento anticipato, come anche le forme conosciute come Opzione Donna, la tanto discussa Quota 103, che è una delle forme possibili di trattamento pensionistico anticipato con alcune condizioni limitanti applicate, oltre ad Ape Sociale. La struttura quindi resta pressappoco la medesima del 2024.